"Mercante di schiavi" parte II

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Kiria
view post Posted on 29/4/2013, 00:17




Il grigio degli occhi di Kiria pareva illuminarsi mentre si poggiavano su tutto ciò che li circondava.
I passanti dai volti pensierosi, la scarsità dei negozi, l'aria di paura mista a indifferenza che si respirava. La città pareva non essere in uno dei suoi migliori momenti, ma nulla di tutto ciò sembrava turbare la ragazza, che anzi guardava meravigliata ad ogni dettaglio, apparendo tutt'altro che un genin in missione.
Come al solito, ammonì se stessa per quella distrazione e cominciò a scrutare con più attenzione le persone, analizzando con cura chi potesse essere fonte di informazioni, impresa difficile vista la sua ignoranza a riguardo. Era perfettamente consapevole che non poteva perdere tempo lì, poiché in quello stesso istante il suo avversario poteva già essersi avvicinato alla sua prossima preda. Doveva dunque porre poche, essenziali domande che le avrebbero permesso di avere muoversi in una determinata direzione, il tutto evitando di attirare l'attenzione: non sapeva se colui che cercava avesse complici e se questi avessero piena libertà di muoversi nel villaggio, o se lui stesso era in grado di trasformarsi in modo da risultare irriconoscibile.
Muoversi nel buio, lasciando che l'avversario sia convinto di avere la situazione sotto controllo, è la via più sicura per la buona riuscita della missione. Approfittò dunque del suo aspetto ingenuo, la sua aria trasandata e affaticata per rivolgersi ad un'anziana signora del posto, padrona di un piccolo chiosco posto nei pressi della piazza centrale, puntando sullo spirito materno che accomuna molte donne, ma prima che potesse avvicinarsi a questa, sentì una conversazione a suo parere molto interessante da due uomini.
Il primo, alto e robusto, dai lineamenti severi coperti da una leggera barba castana come i capelli
che circondavano il volto, si lamentava con il secondo, un uomo mingherlino, dalla carnagione giallastra e l'aria assonnata, del cattivo giro d'affari di quel periodo.
<...Ti rendi conto? Non posso uscire da questa dannata città a causa di quel folle! Nessuno, a ben pensarci, uscirebbe... E dovrei già essere in viaggio per un importante lavoro!> tuonò per sfogo con la sua voce profonda, mentre l'uomo al suo fianco annuiva, poi fece per dare un consiglio.
<perché non chiedi scorte a Konoha? Sono sicuro che non avrai motivo di preoccuparti con una...>.
<konoha?! Sei impazzito per caso?! La parcella sarebbe altissima, e comunque non ho intenzione di cacciare nemmeno un soldo. E poi, so che manderanno qualcuno dei loro per risolvere questa situazione, sempre se non è già stato fatto fuori venendo fin qui>.
Il resto della conversazione risultò essere di poco rilievo, incentrato sulle manie del mercante e sui problemi che la situazione gli creava. Così, avvicinandosi ai due con fare distratto, approfittò della situazione per porre a loro le sue domande.
<scusate, mi sono persa in questa città> cominciò, i suoi grandi occhi fissi in quelli del mercante, la cui area burbera non mutò minimamente alla vista di una bambina <...e devo tornare a Konoha. Sapete per caso indicarmi la via?> chiese in tono ingenuo, arricciando la parte finale dei lunghi capelli neri.
L'uomo alto e robusto esitò alcuni istanti prima di risponderle, ma subito il più basso dei due rispose.
<non ti conviene viaggiare da sola, bambina. Ultimamente qui al confine non è sicuro...>.
<perché?> qui fingere per Kiria le fu più facile del previsto, lasciando che sul suo viso puerile comparisse un timido sorriso.
<perché? Te lo dico io il perché! Le persone stanno sparendo bambina. C'è chi parla di persone che vengono usate come cavie, chi di omicidi... Secondo altri vengono addirittura venduti gli organi degli abitanti rapiti, ma non so dirti quale sia la verità, anche perché nessuno conosce l'autore di tali scempi, non uno. Un ninja medico sicuramente. Rimani qui se vuoi campare, ed ora non scocciare più> tagliò corto l'uomo rude, per poi allontanarsi senza degnarla di un saluto, seguito da quello che -a conclusioni fatte- doveva essere un suo sottoposto.
Kiria sorrise, di nuovo.
Era inutile procedere con le domande, se nessuno sapeva quale fosse il volto della persona che cercava.
Se cercava delle cavie o persone da vendere, a breve -chiunque egli fosse- ne avrebbe trovata una.
Continuava ad essere fissata.
 
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