Si fermò, perdendo di vista Kenshin.
Ormai, non aveva più importanza seguirlo.
Fino a quel momento, era saltata da un ramo all'altro degli alberi del lembo di terra alberato che circondava la cittadina. Doveva porsi all'ingresso di quest'ultima e dare motivo ai farabutti uscenti di seguirla alquanto pacificamente, per portarli poi al luogo stabilito dall'originale. Fortunatamente, l'ingresso era proprio nei pressi, quindi raggiungerlo non avrebbe comportato ulteriori sprechi di tempo.
Raggiunse il suolo, tenendosi ancora ben nascosta dietro il grosso fusto di un antico albero posto alla destra dell'entrata del villaggio, una grossa arcata in legno, molto semplice senza alcun ricamo particolare.
<tecnica della trasformazione> sussurrò per non esser ascoltata.
I lunghi capelli rossi scorrevano sinuosi lungo un formoso corpo, un seno prosperoso poco coperto, valorizzato dalla scollatura che il corto vestito nero di tessuti apparentemente preziosi comportava. Le lunghe gambe erano parzialmente coperte da stivali rossi, come rosse erano le labbra tinte su un viso pallido, gli occhi scuri che regnavano in quel candore vellutato della sua pelle.
Una donna adulta, apparentemente benestante, così fragile.
Kiria ebbe subito modo di odiare i dannatissimi tacchi, per nulla affascinanti ma doverosi per rientrare nella parte della donna di classe, mentre reggeva saldamente una borsetta appena riempita di foglie. Si fermò dunque innanzi all'entrata, aspettando l'uscita dei banditi, sicuramente allarmati e pronti a fuggire.
Erano molti a fissarla, mentre ferma fingeva di cercare qualcosa nella borsetta rossa, ma nessuno per un po' sembrar esserle interessata a tal punto da parlarle.
Erano banditi infondo. Il richiamo della carne e quello del denaro, cosa poteva fare di meglio?
Cominciava a temere che già fossero fuggiti, quando un uomo muscoloso, dai lineamenti severi e i corti capelli che sfioravano l'ampia fronte si avvicinò a lei, seguito da un uomo più corto, i lunghi capelli castani coperti da una fascia. Entrambi indossavano abiti davvero molto semplici, mentre portavano uno zainetto in spalla.
L'uomo dai capelli neri, inoltre, era seguito da un mulo da soma, completamente ricoperto di grossi contenitori in vimini e altri materiali. Su di esso, un uomo grasso e basso sedeva, la folta barba copriva un'espressione deliziata.
Probabilmente, negli zaini e nei contenitori portati dal mulo c'erano tutti gli averi rubati fino a quell'istante.
<cerca qualcuno, signorina?> la profonda voce dell'uomo tentava di nascondere una crescente malizia, una Kiria disgustata che li fissava con uno sguardo che voleva farsi passare per ammiccante.
<oh, nulla. Ho delle mie amiche che mi aspettano al di là del ponte, ma son indecisa se raggiungerle o se dover cercare qualcuno che previo pagamento mi accompagni. Ultimamente questa zona non è molto tranquilla, e non vorrei correre rischi> spiegò improvvisando una r "moscia", quasi per dare più fascino a quella figura.
Gli uomini si scambiarono occhiate d'intesa, poi parlò di nuovo quello che sembrava essere il capo.
<stavamo proprio dirigendoci in quella direzione. Siamo uomini forzuti noi, possiam aiutarla senza problemi e senza pagamento."
Ovviamente. Deduco userete altri metodi per i miei ipotetici soldi".
<siete davvero troppo gentili! La galanteria allora non è morta...> affermò, avvicinandosi in modo languido verso l'uomo, lasciando che la mano scorresse dalle spalle alla vita.
<camminate prima voi, cortesemente. Vorrei seguirvi da dietro, accanto questo splendido animale> disse poi in modo dispotico. Non sapeva portare i tacchi, e camminare con le movenze di un tirannosauro non era delle cose più eleganti da fare.
Cominciarono dunque ad avviarsi.
Aveva altri progetti per l'altro fronte, più rischiosi sicuramente ma non quanto ripetere la medesima scena.
La parte difficile del piano, dopotutto, sarebbe venuta durante uno scontro pensato per tre ma compiuto da una.
Visto che non hai risposto, ho dovuto fare da sola per non avere la missione annullata come deciso con Kira.
