La lettera, Parte 3

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Ao Sheishin
view post Posted on 20/5/2013, 22:27




La notte cedette piano piano posto alle prime luci dell'alba...l'aria era stranamente fresca...abbandonai la via dove i due galeotti mi stavano inseguendo per poi ciondolare per le retrovie della cittadina,dovevo ancora cercare quella dannata locanda...eppure non poteva essere svanita...le strutture non hanno le gambe..almeno che i proprietari non si trasferiscano...eppure nelle zone dove poteva senz'altro esserci una locanda/bordello avevo controllato,ma quando cerchi qualcosa è nell'ultimo posto in cui andresti a cercare..così diceva il mio fratellone,che poi non è che sia effettivamente maggiore dato che siamo gemelli...il problema è che lui quando io non ero ancora genin lui non c'era mai...e tutt'ora non c'è dato che è ad aiutare mia madre e mio padre al nuovo negozio al paese del te...se il kazekage mi assegnerà una missione al paese del tè li andrò a trovare...l'ho promesso ai miei genitori prima che se ne andassero lasciandomi le chiavi di casa in custodia...mi mancano davvero molto.
Girovagando come un'anima in pena mi ritrovai sul marciapiede che segnava la fine del porto e l'inizio dei moli a cui erano attraccate numerose barche di legno..altre più logore altre più nuove e resistenti...l'acqua brillava alla vista del nuovo sole che intanto faceva capolino da una duna oltre l'enorme fiume che avrebbe condotto al mare se percorso.
D'un tratto delle urla di qualche ubriaco interruppero la calma di quel luogo,accorsi nel luogo da dove provenivano le urla e restando nascosta fra alcune casse di legno marcio osservai cosa stava accadendo:C'era una rissa,due marinai se le stavano dando di santa ragione,mi sa che non era il primo round dal viso pesto d entrambi e dai lividi presenti sulle loro braccia...una folla numerosa di coetanei accorse per godersi lo spettacolo...Zotici...l'uomo è fatto per vivere di virtù e sapienza..non per vivere come una bestia,notai l'insegna della locanda da dove proveniva tutta quella moltitudine di persone...l'insegna era proprio del locale che cercavo:"La strega del mare"...era scritto a caratteri ben curati anche se il supporto dove era stata dipinta tale insegna era malridotto e marcio dal tempo...anche la facciata del locale rappresentava bene l'insegna...sporca di rifiuti e di un orrendo color rosso mattone su un intonaco che cadeva a pezzi...e che lasciava vedere la muratura a nudo,le finestre piene di polvere e le tende stracciate e malamente rammendate...sulla soglia della porta ora si stagliava la figura di una donna che sembrava aspettare uno dei marinai presenti alla rissa...l'uomo gli si avvicinò e rientrarono.
Approfittai della situazione di scompiglio per entrare di soppiatto dentro il locale...già di prima mattina l'aria al suo interno era irrespirabile...puzzava di qualche sostanza stupefacente...forse marjuana...il fumo avvolgeva pesantemente ogni cosa...marinai sdraiati e dormienti su alcuni divani affiancate da delle ragazze che dovevano avere poco più la mia età...per un attimo mi rispecchiai nei loro volti scavati dalla droga e dalle poche ore di sonno...non sembravano nemmeno 15enni...ma delle donne di trent'anni...i loro occhi vuoti avevano perso la loro innocenza e il loro corpo ne aveva scoperto le conseguenze...per un attimo pensai che forse potevo essere io nella loro stessa situazione...non ero disgustata..ma piuttosto provavo compassione.
I tavoli erano stracolmi di piatti e di avanti di qualche pietanza consumata qualche ora prima se non sul momento..e le mosche banchettavano su di essi con una strana frenesia...le candele erano consumate e alcune addirittura spente...si sentivano dei gemiti al piano di sopra..ed altri nella stanza adiacente,non volevo sapere cosa stessero facendo...mi misi in un angolo buio del locale seduta ad un tavolo libero e aspettai con calma l'arrivo dell'uomo che doveva consegnarmi il prezioso documento...
Mi sentivo osservata e a disagio in quel luogo...quel tavolino libero nell'angolo più buio della locanda era l'unica arma di difesa che avevo per rimanere inosservata...un uomo aveva gli occhi fissi su di me...con le mani intrecciate l'un con l'altra...cercai di distogliere lo sguardo da quegli occhi così freddi e severi...i miei occhi si diressero altrove dove incontrarono scene disgustose di marinai che vomitavano dentro a dei secchi a causa del troppo alcohol ingerito oppure marinai sdraiati completamente sui piccoli divani logori della locanda vicino ai tavoli che russavano come la sirena delle navi...quel rumore sordo e fastidioso.
Ogni tanto fissavo appena l'uomo...sempre con gli occhi fissati su di me...non volevo sapere chi fosse...poteva essere chiunque...che sia l'uomo di cui il kazekage mi parlò nella missiva?
Passò un pò di tempo..minuti...forse anche ore...non riuscivo a tenere la condizione del tempo in quel luogo a causa della scarsa luminosità del posto..occhiate di fuoco falciavano l'aria...i miei occhi si incontravano con i suoi fino a quando l'uomo fece la prima mossa alzandosi dal tavolo e avvicinandosi in quel buco buio...rimase in silenzio....i suoi occhi laceravano i miei...posò una busta nera sul tavolo e me l'avvicinò...nessuna parola..solo silenzio.
Egli uscì dalla locanda...sembrava quasi come se in tempo si fosse fermato ma quando se ne andò tutto ritornò normale.
Guardai la busta nera...Era quella che il mio signore aspettava...avevo curiosità nel vedere cosa ci fosse scritto al suo interno..ma...mi sembrava indegno leggere affari altrui quindi decisi di metterla sotto il mantello...aspettai qualche minuto per poi uscire dalla locanda e dirigermi verso la mia città natale e consegnare la lettera al capo villaggio..ma sentivo una strana presenza che mi seguiva...ero ansiosa e mi guardavo spesso alle spalle mentre il sole imperterrito del mezzodì che finiva di mangiarmi quel poco che mi rimaneva del mio pallore smorto lasciando su di esse ustioni considerevoli...il mantello riusciva a coprirmi le spalle ma non le mie braccia...così ero mentre percorrevo la strada per ritornare al mio paese
 
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