Nascosto da sempre.

Avevo da poco finito l'incontro con Tyrion Lannister. Un incredibile figura dalle mille informazioni.
L'incontro era stato particolarmente tetro, in un certo senso inquietante. Quella figura non m'aveva rivelato molteplici informazioni, tutt'altro. S'era limitata a dirmi cosa fare, si è fatta vedere dicendo che voleva infondermi fiducia.

Di quale trasfusione di fiducia dovrebbe avere il Kazekage ? è incredibile, in un certo senso quell'uomo ha osato disonorarmi...

Trattandomi come un bambino, il suo intento sembrava quello di consolarmi, sembrava volesse darmi dolci consigli, mentre mi guidava alla ricerca di un passato che chissà se volevo rivedere.

Dice che troverò qualcuno che conosco... Ma chi ? Dopo tutti questi anni ? Perchè, soprattutto!

Avevo mille domande, che continuavo a ripetermi nella mente mentre vagano nel centro di Nezumi, un'altra cittadina del paese del vento. Rispetto a questa, la città dove ho avuto il precedente incontro sembrava essere un paesino. Nezumi era molto più grande, e come in tutte le grandi città la popolazione era aperte agli ospiti, di conseguenza, anche se solo alcuni mi riconoscevano nessuno mi guardava di malgrado, ne tanto meno venivo importunato o sentivo vociare nei miei confronti. Con questa città i rapporti diplomatici erano assai diversi, pagava le tasse, ed i suoi contributi erano molto alti. Era una città ben avviata, con dei bei traffici ed una buona gestione delle risorse. Anche quelle umane, difatti mentre mi avvicinavo alcuni shonibi di guardia mi vennero incontro, per poi scusarmi gentilmente per non avermi riconosciutoo.

Ora camminavo nel centro cittadino, un sacco di persone, soprattutto donne attente nello svolgere le loro mansioni camminavano attorno a me, entrando ed uscendo convulsamente dai negozi. Affrettate dal dover correre dalle famiglie a preparare i pasti. Mi sarebbe piaciuto avere problemi sì futili, ma sfortunatamente ognuno ha un proprio destino, ed il mio era di salvare questo fottuto villaggio.
Raggiunsi l'oasi. Era veramente incantevole, al solo vederla era chiaro il motivo del suo fatiscente nome: " Il paradino naturale".

Attorno a me, ad ammirare questo paradiso c'erano parecchi visitatori provenienti da nazioni diverse. Ecco spiegato il motivo della ricchezza della cittadina, nonostante fosse anch'essa dispersa tra i deserti del villaggio del vento, le persone erano spinte da ogni dove a venire a visitarla. Gente con accenti diversi vociava attorno a me, non prestavo loro attenzione, i miei occhi stavano cercando di andare "oltre le cose", come m'aveva detto di fare Tyrion.

Per quanto osservassi attentamente, nulla riusciva ad attirare la mia attenzione, non da spingermi a fare qualcosa. Passarono le ore, e con esse la luce del giorno si trasformò in un pallido bagliore lunare.
L'oasi era ancora più bella in questa versione notturna, verso sera, poco dopo l'ora di pranzo difatti si era radunata una grossa folla, c'era chi cantava e ballava, semrbava una festa.
Non desistevo, dovevo trovare un "entrata", qualche indizio perlomeno.

Aspettai altre ore, e nel buio della notte tardi trovai ciò che cercavo. Ormai la folle si era diradata, tutti erano rientrati nelle loro case, ed io solo potevo osservare con calma il "paradiso naturale".

Inizialmente il mio sguardo cadde su come il riflesso della luna sull'acqua la faceva quasi brillare, poi, d'un tratto notai che quel riflesso batteva anche su una porta di legno. Non potevo vederlo inizialmente, perchè i fuochi dei giocolieri, e le persone davanti creavano troppa confusione. Ma nella pace della notte era inevitabile non accorgersene. Mi avvicinai alla porta, dopo una lunga osservazione. La parte incredibile era che a qualsiasi ora, la luce della luna faceva riverbero sullo stesso punto, esattamente sulla maniglia.

Provai ad aprire la porta di quello che sembrava un casolare abbandonato, solo la porta era di spesso legno, mentre tutto il resto sembrava cadere a pezzi. In effetti non riuscivo a spiegarmi come mai la dirigenza avesse lasciato un simile disastro davanti all'attrazione principale.

Un motivo deve pur esserci...

Provai a spingerla ma non si aprì, eppure non vi era nessuna serratura. Di conseguenza iniziai a girare intorno alla casa, e silenziosamente entrai da una finestra rotta che dava su una vietta limitrofa. Feci un giro della casa, attento a non fare rumore, in fondo non sapevo cosa avrei trovato. Ma la casa era semplicemente abbandonata, mobili vuoti, animaletti e ragnatele erano gli unici abitanti. Girai per qualche minuto, ma non riuscì a trovare la porta. Laddove sarebbe dovuta essere c'era solo un muro, e sul muro vi era impresso, in rilievo, lo stemma del Kazekage di suna.
Quando lo vidi ebbì un fremito, non potevo crederci, ero vicino a ciò che cercavo.

Mi avvicinai, ero ad un palmo da questa struttura, ma anche qui non c'erano entrate, ne indizi. Ad un tratto ebbì un idea, avvicinai la mano, proprio sopra il rilievo ed iniziai a far fluire il mio chakra su di esso. Nulla, non accadde nulla. M'ero illuso d'essere su una favola, in un sogno dove tutto accadeva. Mi voltai imprecando.

Che senso ha tutto ciò ?

Mi chiesi mentre iniziavo ad allontanarmi. Proprio allora sentì un leggerissimo smottamento. mi voltai immediatamente, dietro di me, la dove prima c'era il rilievo ora c'era un buco, le dimensioni di una comune porta.

Chissà a cosa sto andando incontro...

Mi chiesi mentre entravo, superando la porta, in quella che pareva essere una buia caverna.

Nascosto dentro una sorta di cripta. Questo il triste destino d'uno dei ninja più forti della storia. Rinchiuso qui dentro con il compito di proteggere e preservare, nascosto per il bene del villaggio.

Da anni ero sotto l'oasi della città di Nezumi. Questo posto mi permetteva di rimanere in contatto con il resto del mondo. Era molto visitate, e persone da villaggi diversi in questa zona non davano minimamente nell'occhio, la cittadina era abituata ai visitatori, nessuno ci faceva caso. Grazie a quest'abitudine riuscì a rimanere informato, avevo una buona rete di informatori, tra questi, il migliore era sicuramente Tyrion Lannister. Il mio fedele nano, m'aveva consigliato, e soprattutto aveva portato i miei messaggi ed i miei ordini a quello che era l'attuale Kazekage, Eddard Stark. Uno shinobi che conoscevo, l'avevo visto combattere nella grandi guerre, era valido, ed ora era sicuramente cresciuto ancora.

Stava per arrivare, ero stato io a dire a Tyrion di metterlo in contatto con me, di conseguenza sarebbe certamente arrivato presto, non era uomo da aspettare, soprattutto quando il destino del villaggio dipendeva da un suo eventuale ritardo.

Per anni ho aspettato questo momento, se la provvidenza vorrà, potrò tornare alla luce.

Attraverso il mio terzo occhio, ed attraverso la sabbia che sempre controllavo potevo osservare i movimenti dell'attuale Kazekage. Un marionettista, già lo sapevo, lo conoscevo bene, lo avevo osservato, e così avevan fatto i miei sottoposti. Era necessario, dovevo farlo.

Aveva appena trovato il meccanismo della porta, era stato il primo a farlo, fino ad oggi, con le spie avevo sempre comunicato attraverso delle copie, che creavo direttamente al di la del passaggio. Non volevo che nessuno scoprisse, ormai avevo iniziato questo maledetto piano, e dovevo portarlo a termine. Ero ormai vicino.

Sentivo i passi dell'uomo avvicinarsi, erano calmi, tranquilli. Chissà come avrebbe reagito qualcun'altro... In fondo lui poteva vantarsi d'essere quasi immortale, non male.
Però non potevo accoglierlo a braccia aperte, il piano che io ed Tyrion avevamo elaborato era molto complesso, e necessitavo di sapere se quest'uomo era all'altezza della situazione.

Usai la Henge no Jutsu, una tecnica semplice, per mascherare il mio corpo. Adesso avevo la forma di un vecchietto, un uomo malconcio, vestito con qualche straccio. Sulla mia schiena, sempre ben legata vi era la mia famosa giara di sabbia.

La galleria attorno a quell'uomo era scavata nella terra, quindi quasi totalmente sotto il mio controllo. Iniziai a far fuoriuscire dalle pareti che lo circondavano degli aculei di sabbia, dovevo vedere che genere di uomo avevo davanti.

Avevo varcato la soglia, adesso camminavo nel buio più totale. Passo dopo passo iniziai ad allontanarmi sempre di più dal punto d'entrata.
Erano passati dei minuti, forse dieci, continuavo ad andare in avanti, quando mi voltavo ormai non vedevo più nemmeno la luce della porta da cui ero entrano, ne vedevo una luce provenire dal corridoio avanti a me.
Mentre avanzavo sentivo la terra sotto i miei piedi, accanto al mio volto, ovunque attorno a me. Il corridoio era strettissimo, in alcuni punti dovevo tranciare alcune grosse radici, altre volte mi dovevo abbassare. Non capivo dove stessi andando, probabilmente andavo verso la zona sotto l'oasi, perchè il terreno era sempre più umido, alcune volta da quello che si sarebbe potuto chiamare soffitto cadevano delle gocce d'acqua.

Continuavo ad andare avanti, speravo sarebbe finito presto, era stancante, inoltre era già affranto dall'idea che avrei dovuto rifare lo stesso percorso anche al contrario...
Non avevo abilità sensoriali particolari, e non riuscì a notare che la natura attorno a me mi spiava, mi accorsi che c'era qualcosa che non andava quando sentì la terra muoversi attorno a me, però questa era asciutta, e stringeva... Inizialmente non riuscì a capire, ma fu il mio sesto sento a capire, stava per attaccarmi, si stavano formando diverse punte, certi aculei.

Cazzo, ma perchè mai ?

non sapevo cosa ci fosse attorno, eppure continuavo a camminare, ormai a questo punto dovevo aver superato ampiamente l'oasi, era strano, e non avevo più molto tempo.

E se stessi girando attorno ? se fosse una sorta di cerchio ? continuerei a girare fino a morire.

L'idea quadrata, in effetti più volte avevo avuto quella sensazione, dovevo più o meno abbassarmi sempre nello stesso tempo, forse era per quello che non riuscivo a raggiungere la meta.

Le punte partirono, scattorono entrando da diversi punti nel mio corpo, se fossi stavo un mortale sarei morto, fortunatamente il mio cuore era illeso, al centro del corpo, mentre gli spuntoni partivano dai lati. Erano entrati nelle braccia, e nei fianchi, fortunatamente non sentivo dolore, e soprattutto non avevano fatti dei mali irrimediabili.

Azionai i tubi nelle mie braccia :


Entrambi iniziarono a sputare fuoco, ognuno in una direzione, uno a sinistra ed uno a destra. In un attimo il muro alla mia destra cadde, non poteva prendere fuoco, il terreno era troppo umido perchè accadesse, però pian piano cedette, e rivelò quella che sembrava una gigantesca stanza.
Senza esitare entrai, qui c'era la luce, finalmente potevo di nuovo vedere, ed ero al salvo dagli spuntoni del corridoio.

Davanti a me c'era una figura, sembrava essere un barbone, un vecchio con degli abiti mezzi distrutti. Sulla schiena teneva la giara.

Perchè ce l'ha un uomo ? Perchè si è rinchiuso qui ?

I miei sensi erano attenti, non sapevo le intenzioni dell'uomo, anche se era ovviamente stato lui ad attaccarmi.

Immagino tu sia il protettore della giara. Sono venuto a prenderla.

Dissi semplicemente questo, se quest'uomo aveva il compito di proteggerla, sarebbe morto nel farlo, o sarei morto io nel tentativo di prenderla.
Dal suo sguardo capì che non me l'avrebbe offerta.

Combatterà con la sabbia, quale miglior protettore, d'uno che potrà valorizzarla fino all'ultimo ?

Mi chiesi, mentre sulla mia schiena partiva uno dei meccanismi :


Anche a lui piace molto la sabbia...

Dissi mentre i fili di chrakra partivano dalle mie dita per raggiungere i punti fondamentali della marionetta.


Questa iniziò a sputare sabbia ferrifera dalla bocca, in un attimo ce ne fu ovunque, in fondo la stanza, per quanto gigante era piccola, e quella marionetta invece era nata per distruggere ampie zone.

Me la prenderò, ho capito.

Dissi mentre ordinavo alla marionetta di convogliare tutta la sabbia in una grossa lama, e lanciarla verso il mio attuale avversario.

L'uomo che avevo di fronte mi piaceva, si in un certo senso già lo conoscevo, avendolo spiato per tutto questo tempo sapevo perfettamente come fosse caratterialemente, ma non l'avevo mai visto in una situazione simile. Ne tanto meno mi aspettavo che avrebbe reagito così prontamente.
Appena mi vide non esitò, iniziò subito a preparare il suo attacco.

Notevole, Eddard Stark... Notevole.

Dissi, mentre questo evocava il mio predecessore, sapevo che alcuni shinobi ne avevano tramutato il corpo in marionetta, ma non pensavo di ritrovarmelo contro ora.

Devo stare attento, forse...


Sentì fin da subito la sabbia attorno a me sotto il mio controllo, lo era sempre, ma quando ve ne infondevo il mio chakra iniziavo a sentirmi invincibile. Una sensazione che avevo già pagato più volte, un tempo ero il possessore si Shukaku, il demone ad una coda, mi fu sottratto molti anni fa dall'akatsuki di allora, fu Deidara a catturarmi allora.

ormai però ero un ninja più esperto, sempre all'erta, nonostante la mia abilità. Vidi il III Kazekage condensare la sabbia, ma io ero pronto, appena la lama partì usai la difesa istantenea, un grosso muro di sabbia si innalzò davanti a me, rapidissimo.
Peccai di presunzione anche questa volta, difatti il muro di sabbia venne brutalmente trapassato dalla spada, che rimase però incastrata e perse velocità. Riuscì però a raggiungere il mio viso, graffiandomi la guancia.

Non devo sottovalutarlo...

Pensai mentre un rigolo di sangue scendeva dal mio volto...

Bene, non mi piace combattere contro più persone però...

Il mio tono era pacato, molto calmo...
Alzai le mie mani, chissà che il nemico si sarebbe deconcentrato guardandole...


Il mio attacco era quasi a zona, non solo avrebbe attaccato Eddard, ma avrebbe risucchiato la sua marionetta, quel che necessitavo al momento.

Sei all'altezza della situazione...

Pensai mentre l'uomo davanti a me, o per meglio dire, il vecchio davanti a me evitata l'attacco della mia marionetta.

Però sbagli nel sottovalutarmi...

Pensai nuovamente, mentre questo veniva ferito, prima che la spada di ferro di fermasse definitivamente nella sua difesa di sabbia.
Stavo già muovendomi per controattaccare quando ad un tratto il terreno sotto di me cedette.

cazzo!!
Non ebbi tempo di agire, i miei piedi erano già mezzi risucchiati, feci partire il gancio metallico e lo lanciai verso il soffitto.

Inoltre staccai i miei piedi, non mi servivano a molto, e se li avessi tenuti avrei rischiato d'essere trascinato.
Brutta sorte ebbe invece la mia marionette, che venne risucchiata dalle sabbie, e scomparve.

Bastardo... Quello era la marionette di uno dei miei predecessori...

Dissi, mentre la vedevo scomparire, poco dopo sentì uno strano rumore, era stata assorbito e stritolata.
è il primo che me ne toglie l'uso in così poco... Incredibile...

Pensai mentre questi rimanevo fermo a fissarmi.

Non so come distruggerlo...

Mi resi conto di non poter prolungare lo scontro, quella grotta non avrebbe resistito per sempre...

Devo sfruttare lo spazio stretto, riempirò questa dannata caverna...
L'ultimo, ma non meno importante, dei rotoli sulla mia schiena scattò:



100 marionette apparvero davanti a me, o per meglio dire, ovunque. Per quanto grossa fosse come caverna, 100 marionette erano tantissime ed occupavano molto spazio, di conseguenza furono subito attorno al vecchio.

Speravo di non dover arrivare a tanto... Non volevo ucciderti... Consegnala e basta...

Dissi mentre le prime sei marionette gli volarono addosso...

Eddard Stark decise di porre fine alle danze, o così sperava di poter fare...

Se pensi di finire in fretta... sbagli...

Dissi mentre comparivano le marionette attorno a me. Non aspettai che ebbe il tempo di prepararsi e di lanciarle tutte contro di me, immediatamente alzai la difesa assoluta dei sabaku.

La difesa assoluta consistema nel rievocare una sorta di creatura di sabbia gigantesca, questa mi protesse interamente, ero quasi inattaccabile in questo modo, molte delle sue marionette rimasero incastrate nella costruzione, le altre, gettatesi all'attacco trovarono davanti a loro una difesa invalicabile.

Mi sottovaluti...

Avevo capito però il valore dell'attule kazekage, bene, era pronto a ciò che dovevamo fare, non aveva senso prolungare il combattimento.
La sabbia attorno ad Eddard Stark si mosse velocemente, dapprima inprigionandone gli arti, impedendone i movimenti, poi tutto il resto.


Non arrivai a stritolarmi, mi bastava che fosse immobile.
Le marionette caddero senza contrallo, rinchiuso dentro la morsa di sabbia non poteva controllarle con i fili di chakra.

Sciolsi anche la difesa assoluta ed iniziai a camminare verso di lui. Nel frattempo la mia trasformazione ebbe fine e mi rivelai per quello che ero realmente: Gaara del Deserto.

bene, immagino tu mi abbia riconosciuto adesso Eddard. Sarai sorpreso, si, è normale...

Dissi, mentre creavo una sgabello di sabbia sul quale mi sarei seduto...


Ma da dove iniziare, se non dall'inizio ?


Durante l'ultima guerra, ad un tratto uno shinobi che non conoscevo, che spesso avevo visto in compagnia del mio grande amico Naruto si mise in contatto mentale con me. Non ero mai stato vittima di una simile comunicazione, ne rimasi inizialmente sorpreso, ma fu una sensazione irrisoria rispetto a quello che sarebbe venuto con le sue parole.
Mi disse che la guerra stava per esser persa, mi disse che Naruto, che stava combattendo ormai solo contro tutti stava per cedere, anche la sua infinità e famosa volontà stava cedendo. E l'unica cosa che l'avrebbe rinvigorito era la morte d'uno dei suoi amici, e chi meglio di Gaara del Deserto ?

Questa stupida scena non solo avrebbe motivato lui, ma la morte di quello che allora era il Kazekage della sabbia avrebbe motivato tutti i miei compagni, tutti i miei ex sottoposti si animarono e combatterono con un nuovo spirito. Quell'uomo aveva ragione, aveva funzionato. Ma io fui costretto a rimanere qui nascosto per questi anni.

Raccontai, per poi fermarmi un attimo...

Perchè tutti questi anni ? beh... Che dire... Ormai nascosto qua sotto riuscivo ad avere informazioni da ogni dove, ero insospettabile...Ma avremo tempo e luogo per parlare a Suna. E li che dobbiamo andare. Tyrion, ah si, lui è un mio uomo, lavora per me, è stato lui a darti consigli che in realtà provenivano da me. Hai fatto bene ad ascoltarlo. Adesso però l'Akatsuki incombe sul nostro villaggio. Dobbiamo correre a proteggerlo.

Dissi.
Sciolsi ogni tecnica, Eddard ora era libero, davanti a me e senza più nulla attorno. Attesi che mi rispondesse, ma soprattutto, che uscissimo dalla grotta. Non vedevo l'ora di tornare a vedere la vera luce del sole.